Appennini On-Off


23/10/2011
(Testo di Davide Ferro - Capetto e Federico Giaroli)

Non è semplice scrivere questo report , per descrivere una domenica diventata improvvisamente triste.
Ma ci provo lo stesso:

Come spesso accade negli ultimi tempi, i presenti eravamo io e Fred.
La giornata è limpida ma fredda, credo che ci fossero 4/5 gradi alla partenza.
Memori dell'esperienza di viaggio sul Po, questa volta eravamo decisamente più vestiti ed attrezzati contro il gelo. Infatti , i primi chilometri passano tranquillamente .... anzi, c'era pure caldo.

L'obbiettivo e il paese di Vagli di Sopra sulle Alpi Apuane e decidiamo di affidarci all'inventiva del Tom Tom di Fred (impostato su "strada più breve") che ci propone strade potenzialmente non asfaltate per raggiungerlo. Noi, ovviamente, sorridiamo e accettiamo di buon grado!!
Il primo "colpo" lo abbiamo poco dopo Panzano di Carpi quando Fred interpreta erroneamente una svolta su un prato!!! In lontananza si vedevano solo cani da caccia al lavoro e nulla più.
Ci guardiamo e, spontaneamente, esclamiamo "mah .... cominciamo bene!!"  

Bastano pochi istanti a Federico per accorgersi che , pochi metri più avanti c'è una strada vera, pure asfaltata, anche se piccola. Ovviamente il navigatore intendeva quella.

Lasciamo la pianura e , dopo averci fatto attraversare Veggia e Castellarano , il Tom Tom ci porta sulla fondovalle che sale verso Cerredolo. Imbocchiamo la salita verso il Radici e iniziamo con le deviazioni fantasiose del gps. 
Arriviamo ad un sentiero che, a prima vista, sembra non portare da nessuna parte.
Il fondo è di terra ed erba (bagnata) ..... proviamo ad imboccarlo e si dimostra veramente bello.
Peccato sia breve e, dopo una ripida salita, ci ritroviamo in mezzo ad un paesino che ci riporta sull'asfalto.

Imbocchiamo la strada che si inerpica lungo l’Appennino e raggiungiamo Frassinoro. Poco dopo il paese, svolta a destra e poi a sinistra, verso le piste di fondo. A questo punto, la strada diventa sterrata e inizia una serie di saliscendi interessanti.

I tratti nel bosco sono da affrontare con cautela , per via delle pozze di fango piuttosto insidiose. La ruota davanti scappa via facilmente e bisogna prestare attenzione.
Ma tutto procede tranquillamente fino ad una lunga e ripida salita sui sassi. Qui il discorso cambia, non ci sui può fermare e si deve proseguire regolari … la gomma dietro saltella e derapa “con gioia” e dobbiamo stare attenti a non esagerare col gas. Ma dopo i primi metri, il ritmo diventa regolare e ci permette di raggiungere la “vetta” dove facciamo un paio di foto e prendiamo fiato.
Non siamo degli enduristi e le moto pesano oltre 200kg , non è uno scherzo affrontare certi tratti e la tensione si fa sentire. Il freddo scompare e iniziamo ad essere affannati.


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Ora , dopo la sosta , sappiamo che ci attende la discesa che, di solito, è più problematica della salita.
Dopo un altro po’ di sali-scendi divertenti, ecco la “discesona”!!!   
Il fondo è sconnesso, sassi piuttosto grossi e una pendenza che inizia ad essere impegnativa.
Ma c’è poco da fare , dobbiamo affrontarla e allora via, innesto la seconda e lascio correre la moto pelando appena il freno posteriore per tenerla rallentata un po’. La ruota davanti saltella ma evita le zone pericolose.


Fred, si affida invece ad un metodo più "frenato" con prima inserita e pinzando entrambe le ruote in modo ritmico per limitare la corsa!

In entrambe i casi, dopo alcuni secondi, il gioco è fatto evviva!!!
Ma abbiamo cantato vittoria troppo in fretta, ci attende un ultimo tratto meno ripido ma decisamente più infido. E’ quasi tutto in ombra e sotto gli alberi perciò le pozzanghere si sprecano ed il fango è mooolto peggio delle pietre. Con un po’ di fatica e qualche “pedata” a terra, usciamo dall’inghippo e raggiungiamo la fine del sentiero, sulla strada asfaltata verso il Passo Radici.

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Altra sosta per prendere fiato e “vantarci” un po’ della nostra impresa ….. tra una gamba che trema per la tensione (Capetto), ed un po' di fiatone (Fred) e due risate , arriva una telefonata, di quelle che ti gelano il sangue. E’ Giacomo, un suo amico, che ci informa dell’incidente a Simoncelli e delle tragiche conseguenze.

Da quel momento la domenica si farà più triste anche se, senza aver ancora visto i tg e le immagini, io non mi rendevo conto dell’accaduto in maniera totale. Per cui , la mente era occupata da quel pensiero ma non completamente e ci sono stati ancora momenti divertenti prima di sera.

Arriviamo al Passo Radici dove c'è nuvoloso ed un freddo pungente. La signora del bar ci dice che poco prima la temperatura era di -2° .... 'sti cazzi!!!  Dopo aver bevuto un caffettino, ripartiamo verso la Toscana

Ah, dimenticavo, la variante off-road ci ha rallentato un po’ e decidiamo di lasciar perdere le Apuane.
Perciò abbiamo imboccato la stradina del Parco dell’Orecchiella verso quella per il Passo Pradarena.
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Tornando ai momenti divertenti, ad esempio la pausa pranzo in quella che credevamo fosse una trattoria ma che, invece, era un lussuosissimo ristorante iper-fighetto e raffinato!!In effetti, da fuori non diceva chissà che ma poi, una volta dentro ed accomodati al tavolo, ci siamo resi conto che c’era qualcosa di stonato in quel posto ...... noi , eh eh eh!!   

Leggiamo il menù e optiamo per un primo e basta. Avevamo già deciso a priori di limitarci a quello, indipendentemente dal posto, ma il livello del locale ci ha suggerito di non esagerare per non ricevere un conto-fucilata!
Il piatto di fettuccine con farina di castagne, salsiccia e funghi porcini è ottimo e ci soddisfa …. l’acqua è buonissima (e te credo!!) e “sforiamo” con un caffè!!
La cameriera, forse impietosita dal cestino di pane che abbiamo divorato, ci porta anche uno sformatino come antipasto, un piatto di biscottini ed un bicchiere di vin santo.
Alla fine spendiamo 17€ a testa ed usciamo a goderci un po’ di sole (io) e a fumare un sigaro (Fred).



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Due chiacchiere , un paio di foto e riprendiamo la marcia.

Usciamo dal Parco dell’Orecchiella, dopo aver superato il lago, la diga e un paio di strette gallerie.
Arriviamo a Sillano dove iniziamo la salita verso il Pradarena che raggiungiamo dopo aesserci goduti le sue bellissime curve.
Facciamo un sosta al Carpe Diem dove beviamo un caffè e rinforziamo la panza con una fetta di torta dal prezzo più ragionevole rispetto al pranzo di poco prima (2 caffè + 2 fette di torta = 5€).
Fuori dal rifugio, ammiriamo la bellezza di una famiglia di cavalli che pascola tranquillamente.

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Ripartiamo e scendiamo a Ligonchio, poi Sologno, Villa Minozzo e torniamo a casa.
Alla fine 275km goduriosi tra asfalto e sterrato.

Bella giornata, peccato solo che questa domenica resterà nella nostra testa soprattutto per ciò che, al mattino, è accaduto a Sepang.
Ciao Marco R.I.P.  



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